sabato 9 giugno 2007

Sul processo di familiarizzazione


Uno dei meccanismi fondamentali del cinema è il processo di impersonificazione. Tale processo consiste, come suggerisce la parola stessa, nell’immedesimarsi con il protagonista, o uno di essi, del film a cui stiamo assistendo. Ciò può avvenire solo se, o comunque più facilmente, si presentano delle situazioni importanti come il buio, il silenzio e l’immobilità del nostro corpo. Se si va al cinema con l’idea di limonare insieme al proprio partner difficilmente questo processo avrà luogo. Al contrario se assistiamo alla visione di un film rispettando (e nella speranza che anche gli altri rispettino) quelle semplici regole (buio, silenzio e immobilità) ci godremo sicuramente molto meglio la pellicola. Questo meccanismo psicosomatico è intrinseco al media cinema come lo è ormai anche il suo linguaggio, e come esso è invisibile. L’esperienza cinematografica si vive al massimo livello quando ci si dimentica di essere al cinema, quando ci dimentichiamo di star guardando un film, quando non siamo più lo spettatore ma il protagonista del lungometraggio. Lo stesso vale per il fumetto. Anche lui ha un suo linguaggio che non è poi così differente da quello cinematografico.

Ma veniamo al titolo di questo topic.

Altra cosa è invece il processo di familiarizzazione. Se il cinema ha dalla sua l’impersonificazione, le serie tv hanno la familiarizzazione. Anche in questo caso il nome ci lascia immaginare di cosa si sta parlando. Se il cinema deve tenerci incollati quelle poche ore davanti allo schermo, le serie tv devono far in modo che lo spettatore non si perda mai l’appuntamento con esse. Per questo motivo chi scrive serie tv presta grande attenzione alla caratterizzazione dei personaggi. Perché loro saranno il collante che ci “costringerà” a continuare a guardarle. Se lo spettatore familiarizza, ovvero si affezione ai protagonisti e alle loro avventure, il gioco è fatto. Anche il becero trucco di trame misterioso e lasciate in sospeso funziona, ma è un mezzo più rozzo e che con il passare del tempo rischia di stancare (vedi “Lost”). Un esempio lampante di personaggi studiati alla perfezione è “Friends”, ognuno con le sue caratteristiche ben definite che non cambiano mai. Il resto è nulla, le trame sono semplicissime, alcuni episodi si svolgono tutti all’interno di un'unica stanza. Tutto gira sui protagonisti, le loro battute, il loro “modo di essere”. Si, perché dopo un po’ Ross, Monica e gli altri diventano “veri” iniziamo a conoscerli come se fossero nostri amici…il processo di familiarizzazione ha vinto ancora.

Sono abbastanza convinto che una buona serie tv si riconosca da come riesca a stimolare il processo di familiarizzazione dello spettatore più che da altre cose.

Tutte ste parole solo perché mi sono reso conto di essere facilmente raggirato da questo meccanismo ed era un pò che avevo voglia di scrivere qualcosa sull’argomento. Spero di non avervi annoiato.

p.s. Stimolato anche dal fatto che ho finito di vedere la seconda stagione di “Smallville” e non vedo l’ora che mi arrivi la terza per succhiarmela in circa una settimana. Non è un capolavoro, ma il suddetto processo di familiarizzazione funziona alla grande sulla mia mente bacata

p.p.s A breve posterà anche qualche tavola di John Doe

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi trovo pienamente daccordo con quello che ci spieghi!
oltre al fatto che personalmente trovo sempre affascinante, magico, bello andare al cinema e immergermi nel buio a guardare, devo dire che per quanto riguarda le serie tv, anche io sono "vittima" di questo meccanismo. in alcuni casi ha funzionato di più, in altri meno. ed è strano quando ti ritrovi a guardare un episodio e a dire:"No, lui/lei, non potrebbe mai farlo, lo sai com'è fatta/a!!" tanto per fare un esempio!!

Mi sento in vena di ricordare l'amata "Buffy, l'Ammazzavampiri", che con ironia, intelligenza, e semplicità, è riuscita anche a insegnarmi qualcosa...Come uccidere vampiri! :P (ovviamente scherzo!)

Ele

MarcoS. ha detto...

e questi cosa sono? i frutti del Dams.

Riccardo Torti ha detto...

Ciao Marco...bhè non solo del dams...ma anche :P

MarcoS. ha detto...

me ne compiaccio. ps finalmente ho cominciato a mandare soggetti in giro.

Guglie ha detto...

mi e' piaciuto questo post...la cosa interessante, partendo dall'assunto che credo fermamente che questi meccanismi funzionino con me, sarebbe capire perche' alcune serie mi siano completamente indifferenti ed altre molto molto "familiari"...a apri qualita' ovvio

MarcoS. ha detto...

per il semplice fatto che alcune rispondono maggiormente ai tuoi gusti, aspettative. Anche fra gli amici quelli più cari abbiamo quelli preferiti. per meglio dire ognuno ha la sua famiglia.

Guglie ha detto...

Infatti la cosa interessante sarebbe capire il perche' reagisco cosi'...lo dico perche' penso che sarebbe piu' facile capirlo su personaggi televisivi che nella vita reale dove sei piu' emotivamente coinvolto

brian-GraphiCat ha detto...

io sto aspettando il nuovo "the shield"...allora sara` la mia fine...